Anche il gelato è finito nella morsa del caro-prezzi con un conseguente schizzare del suo prezzo: i coni e le coppette diventano proibitivi, rendendo questo amato alimento, molto salato.
Caro-gelato è solo uno dei tanti effetti conseguenti al conflitto tra Russia e Ucraina. La guerra ha infatti comportato un generale incremento del costo dell’energia e delle materie prime facendo aumentare il costo della vita, tra bollette e alimenti: coni e coppette sono finiti in questa onda diventando salatissimi.
Complice di tutto questo il fatto che sono aumentati i prezzi degli ingredienti necessari per crearli come il latte (+6%), lo zucchero (+8%) e la frutta fresca (+12%). Secondo Coldiretti sarebbe +11,2% l’aumento generale dei costi rispetto allo scorso anno e il gelato non è esente da tutto questo.
Malgrado questa situazione però gli italiani non fanno a meno di questo alimento emblema dell’estate, mostrandosi disposti a spendere per un cono piccolo anche più di 3 euro. Tra le temperature in aumento, in quest’estate 2022 che si preannuncia molto calda, e le restrizioni allentate – portando a un incremento del turismo rispetto allo scoro anno – sembra che il settore del gelato sia in crescita.
A minare la ripresa del settore del gelato italiano – arenato durante il periodo pandemico con il turismo blocco – è il balzo dei prezzi dell’energia e delle materie prime per via del conflitto tra Russia e Ucraina.
Sono 39mila le gelateria lungo lo stivale (con circa 75 milioni di persone impiegare) a pagare le conseguenze del caro-prezzi che si è abbattuto sui gelati. Soprattutto quelle in cui si punta su ingredienti di qualità: negli ultimi anni sono in crescita le agrigelaterie artigianali in cui si garantiscono solo ingredienti naturali, genuini, freschi e a km zero. Queste saranno quelle che risentiranno maggiormente di questo aumento esorbitante dei prezzi.