L’impiego di pesticidi per la coltivazione coinvolge anche inaspettati alimenti, come il pesto alla genovese: scopri i preoccupanti risultati dei test
Gli articoli più letti di oggi:
Patria di arte e storia, l’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua tradizione culinaria. La nostra cucina è tra le più amate al mondo e molti dei cibi locali sono diventati simboli della nostra cultura nel mondo. Tra questi non può mancare il basilico, declinato in diverse preparazioni, tra le quali ne spicca una in particolare, amata da nord a sud: il pesto alla genovese.
Risalente all’Ottocento, rientra tra le salse più famose tanto da vantare un campionato mondiale di pesto al mortaio, con partecipanti di ogni nazionalità. Presente nella dispensa di milioni di italiani, riveste un ruolo fondamentale nelle nostre abitudini alimentari, soprattutto in vista dell’estate, grazie alla naturale freschezza.
Proprio per il suo largo uso, è importante non scendere a compromessi per quanto riguarda la qualità, scegliendo solo il meglio del settore. Un giornale svizzero ha effettuato un test sugli ingredienti dei principali marchi presenti sul mercato, evidenziando una realtà preoccupante: la contaminazione da pesticidi colpisce anche questo preparato.
La rivista svizzera K-Tipp ha svolto dei test di qualità su ben 14 tipologie di pesto alla genovese, ed il risultato stupisce le nostre aspettative. Sul totale del campione, sono solo 3 i prodotti che non hanno riscontrato presenze potenzialmente nocive all’interno della loro composizione. Nessuno di questi ha superato i termini imposti, rientrando nei canoni della normativa vigente.
Le sostanze individuate sono riconducibili ai pesticidi e fungicidi impiegati per la coltivazione del basilico, tossiche per l’ambiente, che viene compromesso da elementi come azoxystrobin, mandipropamide e dimetomorfo. Tuttavia non risultano esenti dalla presenza di sostanze nocive per la salute umana, rischio che in questo caso si esprime in particolar modo attraverso la presenza di propamocarb.
Quest’ultimo risulta particolarmente rischioso per l’organismo, in quanto neurotossico e interferente endocrino. Questa sostanza è stata riscontrata all’interno del pesto Rummo e Sapori D’Italia, che infatti finiscono in fondo alla classifica per quanto riguarda le marche di pesto italiane, rispettivamente all’undicesimo e dodicesimo posto.
Subito dopo, anche Barilla appare in fondo alla lista, con il suo Pesto con Basilico Genovese DOP per la presenza di fungicidi e oli minerali, ma il marchio si rinobilita con il pesto alla genovese classico, che balza al quarto posto. Il pesto considerato migliore tra i 14 prodotti testati è quello De Cecco, per un primo posto di altissima qualità.