Se pensi di essere a rischio infarto, sappi che è finalmente arrivato un farmaco in grado di ridurre il rischio. Lo afferma questo studio.
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Quando un organo non riceve abbastanza sangue e ossigeno si verifica la necrosi di un tessuto. E in particolare con l’infarto miocardio si parla della necrosi di una parte del muscolo, a causa dell’ostruzione di una delle coronarie, ossia le arterie deputate alla sua irrorazione.
Tale problema può insorgere a causa di alcuni fattori di rischio, quali ad esempio il fumo, la genetica, la pressione alta, valori ematici anomali, stile di vita scorretto, ecc. Una condizione che in Italia interessa ogni anno 130.000 persone e il 20% è soggetto a un nuovo evento entro 12 mesi.
Se quindi pensi di essere un soggetto a rischio, sappi che uno studio ha individuato il farmaco in grado di prevenire il problema. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
Qual è il farmaco per prevenire un infarto?
Una ricerca (Aegis-II) messa a punto dalla Harvard Medical School di Boston negli Stati Uniti, con la collaborazione dell’azienda Irccs MultiMedica di Sesto San Giovanni, sta studiando una proteina “spugna”, ossia l’apolipoproteina apoA-I, che potrebbe essere la soluzione che tutti stanno aspettando per prevenire il rischio di infarto. Questa proteina è infatti in grado di ripulire le arterie del cuore dal colesterolo in eccesso, evitando che si formino placche pericolose con il rischio di bloccare i vasi sanguigni.
Questo studio intende reclutare 20.000 soggetti provenienti da centri sparsi in tutto il mondo, inclusa MultiMedica che ha preso in carica la sua prima paziente. L’obiettivo di questa indagine è valutare se con questo trattamento è effettivamente possibile ridurre il rischio di eventi cardiovascolari nei primi 90 giorni dopo l’infarto, ossia il periodo di maggior vulnerabilità. Questo è ciò che ha sostenuto il direttore del Dipartimento cardiovascolare dell’Irccs (Roberto Pedretti), che ha applicato il protocollo previsto dallo studio sulla prima paziente analizzata, che dopo lo studio è tornata a casa in buone condizioni.
Questo protocollo prevede quattro infusioni endovenose durante alcune settimane e un follow-up di un anno. Per questo motivo la paziente dovrà essere seguita per monitorare i progressi con l’avanzare del tempo. Una terapia completamente innovativa rispetto ai farmaci esistenti. Se questi infatti agiscono riducendo il colesterolo e prevenendo la formazione di accumuli di grasso, questa terapia intende aggredire le placche che già si trovano nelle arterie.
Uno scopo che non è mai stato raggiunto prima e che per farlo si serve appunto dell’alipoproteina A1, la quale assorbe il colesterolo in eccesso proprio come una spugna (da qui il nome), staccandolo dalla placca arteriosclerotica. Nonostante lo studio non sia stato ancora concluso, i risultati preliminari sono incoraggianti. Si tratta dunque di una scoperta che potrebbe cambiare le carte in tavola confermando l’ipotesi secondo cui una riduzione del colesterolo nelle placche aterosclerotiche equivale a un’altrettanta riduzione dei problemi cardiovascolari.