Data di scadenza, ecco perchè hai sempre sbagliato: la verità su alcuni alimenti

La corretta conservazione degli alimenti è un’azione imprescindibile, scopri quello che hai sempre ignorato sulla data di scadenza: la verità su alcuni alimenti

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Scadenza (Pexels)

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Una fase importante dei comportamenti che riserviamo all’alimentazione e al suo impatto sulla nostra salute è la conservazione dei cibi. Dopo aver prestato attenzione durante l’acquisto all’indice nutritivo dei cibi che selezioniamo, alla composizione degli ingredienti e all’apporto calorico, un altro punto imprescindibile di cui interessarsi è la data di scadenza.

In base alla tipologia dei prodotti, è importante anche rispettare le regole richieste al suo mantenimento, come evitare di esporli a temperature inadeguate al fine di non ricontrare spiacevoli sorprese. E ovviamente si aggiunge l’azione più scontata: non consumare mai gli alimenti che hanno superato la data impressa sulla confezione. E se non fosse sempre così?

Data di scadenza: ecco perchè hai sempre sbagliato

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Frutta (Pexels)

Prestare massima attenzione ai cibi che ingeriamo, evitando con cura di assimilare cibi oltre il loro stato di conservazione, è un comportamento corretto. Tuttavia non sempre gli estremi a cui affidarsi per quanto riguarda la data di scadenza impressa sulla confezione sono così precisi e matematicamente infallibili, tutt’altro.

In special modo, per quanto riguarda alcuni particolari cibi, più che di un limite massimo di consumazione, si tratta di un termine minimo di conservazione. Ciò significa che, oltre il limite stabilito, l’alimento potrebbe aver perso parzialmente alcuni principi attivi o proprietà nutritive, ma non necessariamente raggiungendo lo stato di scadenza. In questi casi è infatti possibile controllare i cibi ancora dopo tre o quattro giorni dalla data, prestando semplicemente attenzione con un esame in autonomia. Alcuni rientrano persino tra quelli da cui, in tali condizioni, diffidiamo di più. Si tratta di latte, yogurt e uova, in tutti i casi tranquillamente esaminabili con poche e semplici accortezze.

Nel caso dei primi due, basterà utilizzare il proprio olfatto per riscontrare sentori correlati all’acidità dello stato avanzato, e in tale assenza non vi è alcun pericolo per la salute nell’assunzione. Le uova invece presentano un metodo specifico per verificarne lo stato di freschezza, per cui basta munirsi di acqua e di un recipiente. Immergendole infatti scopriremo se possiamo consumarle dalla loro reazione: il galleggiamento indica di doverne evitare il consumo.

Anche prodotti come farina, zucchero, sale e alcune spezie sono consumabili dopo la data di scadenza, basterà accertarsi anche in questo caso che non ci siano visivamente elementi di dubbio, come tracce di umidità. In ultimo, anche frutta e verdura confezionata e reperibile nel banco frigo è consumabile oltre il limite, sarà l’aspetto ancora una volta a comunicarci il momento di evitarne il consumo.  Un gesto importante per evitare sprechi alimentari, spesso esistenti per ragioni di forma più che per valide motivazioni.

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