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Draghi lancia l’allarme siccità, ecco quali regioni rischiano l’obbligo di razionamento dell’acqua nei prossimi giorni

Scritto da
Francesca Cepparulo

Draghi lancia l’allarme siccità, regioni verso lo stato di emergenza: ecco quali rischiano il razionamento dell’acqua nei prossimi giorni

Siccità
Siccità (Pexels)

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Le temperature sono in costante aumento, le piogge sono assenti da un periodo infinitamente lungo, il livello di laghi e fiumi è inferiore ai minimi storici: è in corso la condizione di siccità più emergenziale degli ultimi 70 anni. I danni economici per quanto concerne l’agricoltura non sono quantificabili, mentre le previsioni climatiche prospettano un’ulteriore ondata di caldo per l’imminente futuro.

Le regioni richiedono lo stato di emergenza mentre il governo lavora per il decreto d’allerta, con le prime azioni di contenimento ed un piano di ristoro per il settore agricolo in grave perdita. Si prospetta il razionamento dell’acqua, con misure di compromesso per quanto riguarda l’irrigazione e limitazioni dell’uso civile, mentre si teme la chiusura dei parchi acquatici per attuazione di selezioni a scopo prioritario. Scopriamo le regioni che vanno verso lo stato di emergenza, i regolamenti già in fase di applicazione e quelle che maggiormente rischiano imminenti limiti nell’uso dell’acqua.

Allarme siccità: le regioni a rischio

Irrigazione (Pixabay)

È in corso lo stato di siccità più grave degli ultimi 70 anni e lo scenario che in questo momento coinvolge l’agricoltura del nostro paese risulta desolante. Si registrano perdite oltre ogni misura sostenibile, per un totale di oltre 1 miliardo di euro. Basti pensare che l’autorità del bacino del Po non solo ha lanciato l’allarme d’emergenza, ma specifica che i livelli del fiume sono così bassi da rappresentare lo stato d’allerta maggiore da quando si ha memoria.

Anche il lago di Garda si registra al 60% delle sue capacità, così come il lago Maggiore risulta solo al 24%, il lago di Como al 25%, e le previsioni per i prossimi giorni sono tutt’altro che rassicuranti. Previsto un ulteriore aumento delle temperature, che in alcune zone potrebbe sfiorare i 40 gradi, mentre la preoccupazione sale sempre di più.

La regione maggiormente penalizzata in termini di raccolti è il Piemonte e la coltivazione del riso, con un margine di poco più di 10 giorni per salvare i raccolti.  Il presidente della giunta regionale Alberto Cirio ha richiesto lo stato di emergenza, sorte che colpisce anche la regione Emilia Romagna, dove sono già in vigore alcune misure di contenimento straordinarie, come il divieto di spreco domestico di acqua potabile per orti e giardini nel comune di Bologna.

Preoccupazione anche per la Lombardia, dove si prospetta una perdita del raccolto pari al 30/50% e il presidente Attilio Fontana esorta attenzione massima agli sprechi, pur non prevedendo ancora limitazioni ad uso civile. Il Lazio si attiva con un provvedimento, per opera del presidente Nicola Zingaretti, con la sollecitazione rivolta ai sindaci di effettuare il contenimento dei consumi d’acqua.

Scritto da
Francesca Cepparulo