Spaghetti, MAI PIU’ SPEZZARLI: un errore che costa la salute

Se anche tu per praticità e comodità ti sei ritrovata a spezzare gli spaghetti, non farlo mai più! Un errore sbagliatissimo da non ripetere. Scopriamo il  motivo.

pasta spaghetti spezzare pericolo esperimento
(Freepik)

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La cucina è un’arte nel vero senso della parola, la ricerca dei sapori e delle combinazioni arricchiscono il nostro viaggio nel meraviglioso mondo della buona cucina e sopratutto di chi è una buonissima forchetta. Ma veniamo a noi. Spesso per praticità o comodità, mancanza di tempo si tende a spezzare la pasta, in questo caso gli spaghetti, per riuscire in breve tempo a farli immergere completamente nell’acqua di cottura senza attendere che pian piano riescano ad inumidirsi per entrarci da soli. Mai errore fu più grave di spezzare gli spaghetti! Altro errore è anche quello di spezzare la pasta per ricreare, per esempio gli spaghettini per i bimbi più piccoli. Anche questo è un errore da non commettere. E quindi ora tutte voi si staranno chiedendo, ma perché è un errore? La risposta amiche care, viene dalla scienza! Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Spezzare gli spaghetti: un errore imperdonabile

spaghetti spezzati errore
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Secondo un recente studio condotto da Richard Freynman è stato svelato come sia possibile che quando gli spaghetti si rompono non si spezzano mai in due parti, ma in più parti. Questo fenomeno è stato ripreso grazie a delle foto in slow motion e allo studio di come si comporta un asta durante il momento di contrattura.

Lo studio ha evidenziato che nel momento in cui un’asta è sottoposta a stress si rompe in più parti. Quasi come se fosse una cascata di rotture che portano a crepe sempre più frequenti. Questo accade perché la forza applicata nella rottura della pasta ha tre regimi: ovvero la forza che agisce sull’asta genera delle onde che la percorrono in tutta la sua lunghezza, l’onda d’urto attraversa tutta l’asta e le onde prodotte vengono riflesse e amplificate creando numerose rotture in più punti diversi.

Per chi infatti vorrebbe una prova molto più tangibile, come detto precedentemente, grazie a Smarter every day by Gizmodo ha ripreso in slow motion l’esperimento con più di 250mila fotogrammi al secondo, dimostrando il successo di questa teoria davvero fantastico.

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