La depressione ha diversi sintomi nascosti, ma ce n’è uno che viene spesso sottovalutato, perché non tutti usano profumi e fiori in casa.
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La depressione ha sintomi diversi, ma secondo una recente ricerca in merito ci sarebbe un segnale premonitore che riguarderebbe l’olfatto. Infatti, lo studio della Dresden University of Technology in Germania evidenzierebbe una correlazione tra la depressione e un olfatto poco sviluppato o alterato. Non si tratta della prima volta che si parla di un collegamento. Infatti, un altro studio aveva evidenziato come le persone anziane che avevano perso via via l’olfatto erano più soggette anche agli stati depressivi. Cosa hanno scoperto i ricercatori tedeschi in questa nuova indagine?
Per poter arrivsare a questa conclusione sulla depressione e i suoi sintomi, i ricercatori non potevano certo indurre la malattia alle persone! Così hanno deciso di ragionare al contrario, verificando se l’umore delle persone che avevano già una malattia dell’olfatto si sentivano meglio anche con l’umore se miglioravano le loro capacità olfattive. I risultati sono stati incredibili! Per lo studio, i volontari erano 171, di età compresa tra i 14 e gli 87 anni. Di questi, 157 avevano una patologia dell’olfatto, mentre 14 – si è scoperto – avevano un olfatto nella norma.
Così, i volontari sono stati sottoposti a due test. Il secondo è stato condotto a 11 mesi di distanza dal primo. In base ai due grafici che sono stati realizzati in base ai dati ottenuti – uno per l’olfatto e uno per la depressione – si è scoperto che chi aveva ottenuto miglioramenti nell’olfatto dava risposte di miglioramento anche nella depressione. Secondo i ricercatori, una possibile causa di questo collegamento potrebbe essere che le aree del cervello che si occupano di emozioni e olfatto sono molto vicine e sono collegate tra di loro, quindi sarebbero in grado di influenzarsi a vicenda.
Lo studio, però, non offre una risposta definitiva. Infatti, i volontari stavano cercando una cura per l’olfatto e la patologia causa comunque sofferenza e predisposizione allo stato depressivo. Quindi, la ricerca andrà completata con ulteriori studi.