Sale grosso o sale fino? Andiamo a scoprire le differenze per capire quale dei due fa più male per la nostra salute. La risposta inaspettata.
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Il sale è un ingrediente fondamentale, che tutti abbiamo in cucina, ed è utile per dare sapore a qualsiasi tipo di piatto.
Chiamato anche cloruro di sodio, viene estratto dai giacimenti, oppure prelevato dal mare, e ne esistono numerose varietà.
Quelle più usate nel nostro Paese e nelle nostre cucine sono il sale fino e il sale grosso, che presentano alcune differenze, sia nell’aspetto che nell’impiego.
Il sale fino si presenta i chicchi molto piccoli, che si sciolgono facilmente in acqua e permettono una salatura molto rapida, mentre il sale grosso è appunto in chicchi più grandi, che di conseguenza penetrano nei cibi con meno velocità.
Un’altra differenza è data dalla lavorazione. Il sale grosso infatti, risulta più grezzo e meno lavorato, qualità che lo rende preferito tra gli chef.
Ma quale sale è più dannoso per il nostro organismo? Ecco la risposta inaspettata.
Sale grosso o sale fino, quale scegliere?
Avendo delle differenze, il sale grosso e il sale fino vengono solitamente impiegati in preparazioni differenti.
Il sale fino ad esempio, sciogliendosi più rapidamente, è utilizzato per salare composti liquidi, oppure cibi dopo la cottura, mentre quello grosso viene impiegato il lavorazioni più lunghe, come ad esempio nell’acqua di cottura o nella preparazione di salamoie.
Ma qual è il più dannoso per il nostro organismo? In realtà, non c’è un tipo di sale più dannoso, ma il suo consumo deve essere limitato il più possibile per evitare l’insorgere di malattie cardiovascolari.
E’ anche vero però, che il sale grosso è meno lavorato, e per salare ne basta meno, quindi si riduce la possibilità di preparare piatti troppo salati, come potrebbe invece accadere con il sale fino.
In ogni caso, tra i sali più consigliati, c’è quello integrale, che contiene anche il potassio, equilibrando così il rapporto potassio/sodio ed evitando l’ipertensione.