Hanno identificato il taglio di carne peggiore in assoluto soprattutto se si soffre di una determinata patologia. Vediamo nel dettaglio qual’è.
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Mantenersi in salute dovrebbe essere il nostro fondamento primario per non incorrere in patologie spiacevoli che molto spesso diventano gravi. Oggi giorno molte persone soffrono di diabete e colesterolo, e il rinunciare ad alcuni tipi di alimenti può essere stressante psicologicamente. Ma la salute viene prima di tutto, anche di un buon dolce o di un taglio in particolare di carne. Nello specifico è stato identificato il taglio di carne peggiore per l’organismo, sopratutto se si soffre di colesterolo. Vediamo nello specifico qual’è il taglio incriminato.
Pancetta: nociva per il colesterolo
Il colesterolo è una patologia molto diffusa in Italia. Questa sofferenza porta un’innalzamento dei grassi cattivi nel sangue che possono ostruire arterie e coronarie. La sua insorgenza porta ad un’elevato rischio di ictus e infarto, anche nei giovani. Per prevenire la nascita di questa problematica è opportuno seguire un regime alimentare sano e corretto, con tanta frutta e verdura, e fare almeno 30 minuti di attività fisica al giorno. Specialmente esercizi aerobici o cardio.
Da alcuni riscontri evidenziati la pancetta risulterebbe il taglio di carne peggiore in assoluto per chi soffre di colesterolo. La pancetta è un alimento buonissimo, spessissimo utilizzato per piatti americani e colazioni britanniche. Il suo uso infatti oggi è molto diffuso in tutta europa e anche in Italia. Ormai molti cibi esteri sono diventati di uso comune nella nostra cucina, ma come ogni alimento è necessario non abusarne.
Il taglio incriminato infatti è a pancetta. Essa presenta un elevato contenuto di grassi saturi che superano la percentuale di proteine. Il risultato? E’ che non fa bene alla salute, e bisognerebbe evitarne l’assunzione per evitare l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Per mantenere un livello ottimale di colesterolo e non aumentare quello “cattivo” detto anche LDA, i livelli dovrebbero tenersi al di sotto dei 200 mg/dL. Inoltre è stato evidenziato che non è la quantità di grasso ad intaccare la corretta funzione del sistema cardiocircolatorio ma del tipo di grasso accumulato nell’organismo.
Quindi sarebbe meglio evitarne l’assunzione, ma ogni tanto uno sgarro alla regola si può fare se non si soffre di colesterolo alto o di malattie cardiovascolari gravi.