Ci sono alcuni farmaci di uso comune che non vanno proprio d’accordo con il caldo. Ecco quali sono e chi corre un maggiore rischio.
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In questi giorni stiamo vivendo una sorta di “tregua” dal caldo torrido che ha avvolto il Paese nelle ultime settimane, ma stando alle previsioni degli esperti, a partire dalla prossima settimana, con il ritorno dell’anticiclone africano, le temperature torneranno ad alzarsi.
Milioni di italiani, per motivi di salute, sono costretti ad assumere giornalmente dei farmaci tutti i giorni, ma alcuni di essi possono essere addirittura deleteri se presi quando la morsa del caldo è insopportabile.
E’ questo il timore degli studiosi, che hanno paura che gli alti gradi che a breve ci ritroveremo a subire possano provocare malori se non conseguenze anche più gravi in molti individui. Ecco quali sono i medicinali a rischio e la fascia di età più vulnerabile e che potrebbe risentirne maggiormente.
Quali sono i farmaci che non vanno d’accordo con il caldo
Ci sono come detto alcune tipologie di farmaci molto comuni che non vanno proprio a braccetto con le alte temperature e sono medicine che si trovano facilmente in commercio, usate giornalmente da molte persone del Paese. E’ il caso, ad esempio, degli antidepressivi: gli SSRI, o inibitori sellettivi della serotonina, possono aumentare la sudorazione, rendendo più facile la disidratazione. Quelli triciclici, al contrario, tendono a inibirli, col rischio che il corpo non si raffreddi come dovrebbe.
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Anche gli antipsicotici possono provocare lo stesso tipo di problema. Quelli anticolinergici usati per l’incontinenza, il morbo di Parkinson, la vescica iperattiva o le allergie possono sfasare il termostato interno del corpo e in alcuni casi abbassare anche la pressione sanguigna. I medicinali diuretici e gli ACE-inibitori possono sballare la funzione renale, provocare disidratazione e influire sulla pressione del sangue.
Tutti effetti collaterali che mal si sposano, appunto, con una temperatura troppo calda e che diventa problematica, secondo gli studiosi, per una determinata fetta di italiani. si tratta delle persone di età pari o superiore ai 65 anni, o individui con patologie cardiache, che dovrebbero stare molto attenti in queste settimane di grande arsura. Ricerche condotte in Francia durante un’ondata di calore nel 2003 ha evidenziato un 40% di decessi in più di uomini e donne di età superiore ai 65 e di un 70% di aumento nei casi di over 85.