Tragedia colpisce due sorelle a Riccione. Ecco tutta la verità sul perché hanno fatto questo gesto estremo davanti agli occhi di tutti. Ultima ora.
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Tragedia Riccione due sorelle. Durante la mattina alle 6.40, Giulia e Alessia Pisanu commettono un gesto estremo che le vede perdere la vita sui binari. Purtroppo l’incidente era inevitabile, come tutti sappiamo il Freccia Rossa non lascia via di scampo, viaggiando a più di 200 km\h. La dinamica esatta purtroppo è difficile da riuscire a determinare.
La tragedia si è svolta sotto lo sguardo dei passeggeri e di coloro che attendevano di prendere il treno. L’identificazione è stata complessa. L’urto è stato talmente violento, che è stato necessario risalire al telefono cellulare delle ragazze per capire chi fossero. Dal cellulare è stato possibile risalire al padre delle ragazze e l’uomo ha potuto riconoscere ciò che è rimasto delle figlie.
Tragedia Riccione due sorelle: l’impatto devastante col Freccia Rossa
L’impatto delle due giovani ragazze con la parte anteriore del Freccia Rossa, non ha lasciato scampo alle due vittime. Non appena l’impatto è avvenuto, immediati sono stati i soccorsi fra Questura e e vigili del fuoco di Rimini. Prima che la tragedia si consumasse, le due ragazze hanno avuto un dialogo col titolare del bar.
“Era una ragazza bellissima”. Pietro, il titolare del bar della stazione di Riccione, è sconvolto. Dice di avere urlato, di avere gridato il più forte possibile: “Fermati, cosa fai?”. E di avere sentito altri gridare ma è stata una manciata di secondi: la ragazza era già sui binari, subito dietro sua sorella e poi quel treno che ha fischiato e poi le ha travolte. Due ragazzine minorenni, due sorelle di 16 (ne avrebbe compiuti 17) e 15 anni si scoprirà nel pomeriggio: Giulia e Alessia Pisanu.
“Era prima delle sette – continua il titolare del bar – stavo rifornendo il distributore automatico quando una delle due ragazze si è avvicinata. Mi ha detto che l’avevano derubata, le avevano portato via tutto, non aveva più il telefonino. Non mi è sembrata del tutto presente a sé stessa. Le ho dato una bottiglietta d’acqua e lei si è allontanata, barcollava. L’ho seguita con lo sguardo, dopo pochi metri si è incontrata con una seconda ragazza che indossava qualcosa di verde e aveva in mano degli stivali neri. Poi è successo”.
Si ferma, prende un respiro: “Ho visto la prima ragazza, che indossava un vestitino nero, andare verso i binari, le ho urlato, ho cercato di fermarla. Anche altri lo hanno fatto, ma è stata una frazione di secondo. L’altra l’ha seguita, forse per fermarla o almeno così mi è sembrato. Non ne ha avuto il tempo, si è sentito un fischio, un colpo tremendo e poi tutti che urlavano”.
Sul secondo binario era fermo un regionale diretto ad Ancona, sul primo stava transitando un Freccia Rossa.
I corpi sono stati trascinati per settecento metri lungo i binari. La stazione è piombata nel caos: urla, persone sotto choc, la polfer, i carabinieri, la polizia. I treni in ritardo, la ricerca dei testimoni. Una donna dice che forse erano troppo vicine ai binari, che non hanno rispettato la linea gialla, ma un altro giovane conferma la testimonianza del barista: “No, stavano attraversando i binari”.