Alzheimer, una nuova ricerca da speranza per una diagnosi tempestiva della malattia. Come può essere scoperto prima grazie a questi sintomi.
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La malattia di Alzheimer prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che per la prima volta nel 1907 ne capì i sintomi e gli aspetti neuropatologici, ed è una patologia neurodegenerativa con decorso cronico e progressivo.
Ad oggi, ne è colpito circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e circa il 20% al di sopra degli 80, ed è la causa più comune di demenza, provocata da un’alterazione delle funzioni cerebrali che rende difficile per chi ne è affetto anche condurre le più normali attività quotidiane.
Questa malattia infatti, colpisce la memoria e le funzioni cognitive, e si riversa anche sulla capacità di parlare e di pensare e può causare stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento.
Ad oggi, attraverso studi e ricerche, sappiamo molto di più su questa malattia e una nuova ricerca ha evidenziato come attraverso alcuni sintomi, l’Alzheimer possa essere diagnosticato molto prima.
Alzheimer, i sintomi da non sottovalutare che permettono una diagnosi precoce
La ricerca, effettuata dalla Macquarie University di Sydney e dell’ente scientifico nazionale CSIRO, evidenzia come grazie ad alcuni sintomi possa essere diagnosticata la malattia molti anni prima, rendendola così più facile da contrastare.
Nello specifico, i ricercatori hanno individuato una relazione tra un biomarcatore presente nel sangue e il rischio di decadimento cognitivo, e si tratta del biomarker 2-HAA.
Infatti, come evidenziato nella ricerca, chi ha livelli accresciuti di questo biomarcatore, ha una probabilità ben 35 volte maggiore rispetto agli altri di sviluppare l’Alzheimer.
Questa scoperta sensazionale, potrebbe aprire la strada verso una diagnosi più tempestiva attraverso screening sistematici nel tempo. Questo permetterebbe quindi di assumere uno stile di vita più adeguato in modo da favorire la riduzione dell’infiammazione cronica alla base della malattia.