Clean Girl Aesthetic, il nuovo trend di TikTok estremamente criticato e rischioso. Il messaggio subliminale della tendenza contrasta il concetto di integrazione: di cosa si tratta
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Il mondo del fashion e del beauty è sottoposto quotidianamente a cambiamenti e ispirazioni, capaci di ridimensionare e ricollocare le tendenze. Il potere dell’influenza di questi settori è enorme, motivo per il quale nel corso del tempo sono stati integrati modelli più inclusivi di rappresentazione identificazione. Il fine è senza dubbio “educare” l’osservatore, attraverso una proposta diversificata, alla conoscenza di un’estetica meno elitaria e alla portata di tutti, così da modificare la proposta del concetto di bellezza.
Un linguaggio che ormai supera il limite della perfezione, per rivolgersi proprio a tutti, come hanno dimostrato anche le ultime passerelle d’alta moda. Tutto ciò viene messo in discussione con l’ultimo trend da milioni e milioni di visualizzazioni su TikTok, tra i più seguiti dalle giovani ragazze che si affacciano al mondo del beauty e del fashion. La definizione del modello più seguito del momento è Clean Girl Aesthetic e rappresenta una tendenza rischiosa e controproducente rispetto all’inclusività.
Clean Girl Aesthetic, i rischi del nuovo trend di TikTok
L’ultima tendenza su TikTok, piattaforma che ormai rappresenta un punto di riferimento, è considerata potenzialmente pericolosa e dannosa per l’inclusività. Si tratta dell’estetica “Clean Girl“, hashtag da milioni e milioni di visualizzazioni, che riguarda il mondo del beauty, del fashion ma anche lifestyle. Il nume suggerisce molto dell’immaginario evocato, appartenente a una tipologia specifica di donna, ispirata a modelli come Hailey Bieber e Bella Hadid.
Molto vicina al concetto di perfezione, questa estetica prevede un certo tipo di stile di vita, fatto di alimentazione totalmente sana, fitness e più in generale un perfetto grado di autonomia nella propria vita. Non sono previste sbavature, ma solo successo ed equilibrio costante, che si concretizza anche in un certo abbigliamento. Il make up è rigorosamente no make up, leggero e sofisticato, tanto da permettere alla pelle di brillare in tutta la sua freschezza naturale, conquistata con un’attenta e rigorosa skin care routine.
Anche lo stile, da un punto di vista puramente fashion, è “pulito” e perfetto, comodo eppure altamente ricercato. Basta un’attenta osservazione per rendersi conto che il modello non aspira all’inclusività, concependo al suo interno solo alcune qualità, considerate l’unico modello. La diversificazione è totalmente assente, dalla taglia alla provenienza, dall’età ad altri tratti distintici che sono totalmente assenti in questa narrazione della bellezza considerata “clean”, che inevitabilmente suggerisce il suo opposto “dirty”, come qualcosa di ambivalente alla perfezione.
Quest’ultima viene rappresentata principalmente nel modello di donna bianca, molto giovane, rigorosamente magra, ricca e di successo, dalla pelle perfetta. Sarebbe questo l’ideale a cui ispirarsi secondo questa logica, che muove numerosi passi indietro rispetto all’inclusività, la quale vede la bellezza nell’unicità e nella diversità, piuttosto che nell’omologazione ad un modello.