La rinuncia di Emma Marrone alle tinte per capelli è stata dettata da una motivazione di salute: scopriamo insieme qualche dettaglio in più…
Emma Marrone, pseudonimo di Emmanuela Marrone, è una cantante e attrice italiana, che per ben due volte ha sconfitto il cancro: da allora la nota trentasettenne ha dovuto fare delle rinunce, sotto consiglio dei medici.
“I miei capelli non saranno più biondi. Dopo l’operazione subita, i medici mi hanno sconsigliato di tingermi” Sono state queste le parole pronunciate dalla vincitrice della nona edizione del talent show Amici di Maria de Filippi.
L’ex concorrente del Festival di Sanremo ha poi proseguito affermando: “Mi sono presa la libertà di metterli a riposo, potrei anche non tornare più bionda. L’importante è sapere che sono bionda dentro“.
La domanda sorge spontanea: che legame c’è tra l’utilizzo di tinte per capelli e l’insorgenza di malattie tumorali? Vediamo insieme cosa dicono gli esperti a riguardo…
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Il nuovo look di Vittoria Ceretti fa impazzire il web, ma i capelli viola nascondono un segreto
Ad oggi gli esperti non possono confermare un legame diretto tra le tinture per capelli e il rischio di ammalarsi di cancro: una ricerca pubblicata nel 2020 sul British Medical Journal ha però dimostrato che esistono potenziali pericolosità.
Gli studi hanno rivelato un maggiore rischio per la salute, legato a colorazioni prodotte fino al 1980: con il passare del tempo, infatti, i prodotti sono migliorati qualitativamente, diventando molto più sicuri.
Per evitare qualsiasi rischio, è bene non esagerare con le tinte e limitarsi ad un massimo di sei colorazioni l’anno, oppure utilizzare prodotti o decoloranti naturali.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Dolore al braccio? Non sottovalutiamo mai i sintomi per tutelare al meglio la propria salute
Secondo il chirurgo della mammella del Princess Grace Hospital, Kefah Mokbel, chi fa un uso mensile delle tinture per capelli avrebbe il 19% di probabilità in più di ammalarsi di tumore al seno: l’analisi è stata pubblicata nel 2018 sulla rivista Anticancer Research.