Hikikomori: sono moltissimi i giovani tra 15 e 30 anni a vivere in questo modo particolare, il termine chiaramente deriva dall’oriente dove gli hikikomori sono tantissimi, ma anche in Italia sembrerebbero essere già 100mila, vediamo di cosa si tratta.
Hikikomori è un termine Giapponese che descrive una categoria di giovani, significa “stare in disparte, isolarsi”. Sono persone che abbandonano gradualmente tutte le attività e si rifugiano nella loro camera. Restano chiusi in casa per tutta la giornata, se escono lo fanno di notte o la mattina molto presto quando sanno che non incontreranno conoscenti.
I soggetti sarebbero per la maggior parte, ragazzi giovani o giovanissimi, molto intelligenti, introversi e sensibili, i quali sarebbero critici nei confronti della società, dei suoi dogmi e delle sue pressioni sociali.
Si sentono diversi e credono di non avere praticamente niente in comune con gli altri. Reputano molti coetanei superficiali e immaturi. Anche a scuola potrebbero avere dei problemi, nonostante abbiano un QI elevato, dipenderebbe infatti dalle relazioni con insegnanti e compagni. Infatti a volte non si sentono compresi e fanno fatica a portare avanti rapporti solidi e duraturi. Per quel che riguarda la famiglia potrebbero aver avuto un padre assente o una madre estremamente protettiva.
Sono state individuate principalmente 3 fasi:
Fase 1:
Fase 2:
Fase 3:
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Le varie fasi sono indicative e non necessariamente l’individuo deve arrivare al terzo stadio, tuttavia il disturbo tende a cronicizzarsi con molta facilità, dipende anche dal carattere del soggetto, sicuramente rifiuterà di prender parte ad eventi, feste o sport di gruppo.
Le cause:
Essendo molto sensibili potrebbero aver avuto problemi nell’affrontare le difficoltà e le delusione della vita. Le pressioni sociali e la realizzazione personale non sempre è facile tutto ciò porta ad una crescente demotivazione, sfociando nel rifiuto della stessa. La scuola è vista come un ambiente negativo in cui ci sono persone ostili, che non comprendono il soggetto o peggio lo bullizzano. Il ragazzo potrebbe avere alle spalle un vissuto famigliare difficile, caratterizzato magari da un padre assente quantomeno dal punto di vista emotivo, e da una madre eccessivamente attaccata al bambino. Per quel che riguarda internet più che una causa è più da considerarsi un rifugio, la dipendenza dalla tecnologia è la conseguenza, di un determinato stile di vita.
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Soluzioni:
La cosa migliore è affrontare il problema senza senza giudicare o consigliare, bisogna semplicemente ascoltare e capire: