Sono tante le persone che amano mangiare quando possono il cioccolato. Tuttavia, un recente test ha messo in luce particolari inquietanti.
Sono moltissime le persone che vanno pazze per questo alimento, dal gusto dolce e ricco, e non riescono a fare a meno di un suo bel pezzetto quando ne hanno l’occasione. Sfortunatamente, di recente un test ha evidenziato alcuni aspetti inquietanti che lo riguardano.
Il cioccolato, come si sa, deriva dai semi del frutto di cacao, e tra i primi a gustarlo troviamo i Maya, che lo ritenevano addirittura il “cibo degli Dei” e lo utilizzavano anche come moneta. Tra i primi occidentali ad assaggiarlo, Cristoforo Colombo, nel 1502, durante il quarto viaggio nelle Americhe, ma non ritenne la scoperta importante, portandone tuttavia alcuni semi a Ferdinando ed Isabella, sovrani di Spagna.
Il primo carico commerciale del cacao risale al 1585, e pochi anni dopo il vescovo Juan de Zummaraga fu il primo ad aggiungervi lo zucchero per contrastarne l’amarezza. Nel Seicento, la bevanda e le relative tavolette arrivarono anche in Italia, diffondendosi poi nel resto dell’Europa.
Oggi la possiamo trovare in diversi formati, aromatizzata nei modi più disparati, e abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, eppure, dovremmo stare molto attenti a quale prodotto ingeriamo, a quanto pare.
Dissapore.com ha condiviso i dati del test effettuato da Consumersi Reports su alcune barrette di cioccolato fondente, e i dati sono apparsi quantomeno preoccupanti. L’organizzazione no-profit, basata a New York, ha condotto un esame su 28 marche di cioccolato, e ha riscontrato la presenza di sostanze metalliche.
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Si tratta di metalli pesanti, sostanze come piombo e cadomio, altamente tossiche per noi umani. La notizia preoccupante, inoltre, è che sono state riscontrate in tutti e 28 i tipi di barrette. Tra quelle con meno sostanze tossiche, Taza Chocolate, Mast, Ghirardelli e Valrhona.
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Il cioccolato di tipo fondente di solito ha maggiori metalli di questo tipo al suo interno, che vengono in contatto con il cacao tramite il terreno e il guscio delle fave. Fortunatamente gli esperti hanno sottolineato quanto i livelli fossero comunque bassi, e non pericolosi per la salute, anche se le società produttrici dovranno impegnarsi per diminuirli ulteriormente.
