Si trovano sempre più spesso nelle nostre case, e sono un valido aiuto per risparmiare tempo. Di recente, però, gli aspirapolvere robot sono sotto tiro. Perchè?
Sono tra gli elettrodomestici più desiderati oggi in circolazione, in grado di pulire i nostri pavimenti mentre ci occupiamo in tutta tranquillità di svolgere altre mansioni. Apparsi per la prima volta qualche anno fa, ormai stanno prendendo sempre più piede, ed è possibile trovarne in vendita anche alcuni modelli a prezzi non troppo eccessivi.
Di forma rotonda, tramite i loro sensori hanno la possibilità di muoversi per tutta la nostra casa, cambiando direzione quando incontrano un ostacolo sulla loro strada. L’azienda produttrice più famosa è la Roomba, americana e costruttrice dei prototipi più noti ed “intelligenti”, letteralmente in continua evoluzione.
Ed è proprio questa continua ricerca di innovazione che ha fatto di recente scattare una polemica sull’utilizzo di questi aspirapolvere robot, a causa di una loro funzione che ha lasciato basiti i clienti. Di cosa si tratta, e perchè tanto clamore?
Aspirapolvere robot: perchè si è scatenata una polemica su di loro
Il motivo di tanta polemica è racchiuso in alcune foto apparse online e provenienti nientemeno che proprio da uno di questi aspirapolveri di ultima generazione. Gli scatti sono stati fatti proprio dal piccolo e funzionale elettrodomestico, e la visuale non lascia spazio a dubbi, visto che è dal basso verso l’alto, proprio la stessa del robottino .
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In rete sono presenti scatti che mostrano addirittura una donna inquadrata mentre espletava i suoi bisogni sul wc, piuttosto che un bambino intento a giocare sul pavimento della sua abitazione. Quindi ciò vuol dire che questi aspirapolvere ci spiano durante i nostri momenti più intimi, a nostra insaputa? La risposta è arrivata immediata da parte di Roomba, la ditta produttrice dei prototipi incriminati.
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“Sono robot di sviluppo speciali con modifiche hardware e software che non sono stati e non sono presenti sui prodotti finali iRobot” ha spiegato il CEO Colin Angle, specificando quindi trattarsi di modelli che staanno venendo testati, e delle cui funzioni i proprietari sono stati avvisati. Un test, quindi, che tuttavia fa montare la discussione su quanto della nostra vita privata potrebbe andare in pasto al web, davvero infinito.