Di solito si pensa che perdonare sia sempre il giusto comportamento, ma non è detto che questo sia sempre il caso. Ecco spiegato perchè.
Non sempre è facile perdonare una persona che ci ha fatto un foorte torto, e benchè ci abbiano insegnato fin da bambine che è il comportamento giusto da adottare, in alcuni casi forse non è il più indicato.
Un pensiero forte, ma che non vuole indicare che ci si debba abbandonare al sentimento opposto, ovvero quello della vendetta. Sfortunatamente la cronaca è piena di episodi in cui persone sono venute a patti con la loro coscienza, reagendo in modo diverso, e non lasciandosi trasportare dall’odio e il rancore.
Basti pensare per esempio a Valentina Pitzalis, la donna che venne bruciata viva con del cherosene dall’ex marito che non si rassegnava a separarsi da lei, e la lasciò sfigurata, mentre lui morì nell’incendio causato: “Io ho perdonato. Ho perdonato la persona. Io sarei rimasta a piangermi addosso, mi sarei divorata dentro. Perciò ho perdonato”.
Ma Valentina non è la sola, poichè anche una candidata al premio Nobel come Yolande Mukagasana, ce ne ha dato un esempio, ogni anno incontrando l’assassino che le sterminò la famiglia davanti in un percorso di riconciliazione. Eppure, perdonare non vuol dire porgere l’altra guancia, ma ha un significato completamente diverso da quello che immaginiamo.
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Il perdono non significa infatti non reagire, bensì guardare a quanto accaduto senza caricarlo di rancore, paura, rabbia, ma analizzandolo per quanto possibile con lucidità. Ciò non significa affatto che ci si debba dimenticare dell’accaduto, ma tenerlo a mente senza reazioni istintive.
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Una ricerca del Johns Hopkins Hospital, inoltre, ha portato alla luce quanto perdonare nel modo corretto aiuti a diminuire lo stress, ridurre il rischio di ninfarto e problemi cardiaci e diminuisca anche il colesterolo e riequilibri i livelli della pressioine sanguigna. Insomma, un toccasana, purchè eseguito con coscienza e nella maniera giusta.