Esiste una malattia molto particolare e invalidante che colpisce gli aspetti della nostra personalità. Si tratta della alessitimia. Di cosa si tratta.
Una malattia insidiosa e subdola, non molto conosciuta, ma che può avere grandi ripercussioni sulla vita quotidiana, proprio a causa delle sue caratteristiche. Parliamo dell’alessitimia, patologia presa in esame di recente da uno studio delle ricercatrici Annunziata Romeo e Agata Benfante (ReMind the Body), dell’università di Torino.
Le due studiose hanno preso in esame un campione in prevalenza di uomini tra i 35 e i 47 anni d’età, affetti da HIV, e hanno notato quanto tra il 10 e il 25% di essi abbianoi questa malattia, legata alla gravità della patologia e al funzionamento della cura antiretrovirale.
L’alessitemia, infatti, può colpire tutti, ma in particolare si è capito che si presenta con maggior frequenza in individui HIV positivi. Sfortunatamente, la sua insorgenza tende anche ad avere conseguenze negative sulla terapia, che risulta meno efficace. Ma quali sono le caratteristiche di questo disturbo, e come può influire sulla persona, in modo così pesante?
Da non confondersi con l’apatia, l’alessitimia è una patologia che mette a repentaglio la capacità di descrivere e di comprendere i propri stati emotivi, le emozioni. Spesso chi ne soffre non solo ha sensazioni e stati emotivi attenuati, ma nei casi più gravi spesso non è in grado di provare del tutto emozioni.
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La persona che soffre della patologia ha difficoltà a descrivere a parole le sue sensazioni, non riuscendo ne ad esternarle, ne tantomeno a parlarne. L’individuo è più propenso inoltre ad avere problemi psicologici e anche fisici.
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Il disturbo, inoltre, non va confuso con l’atarassia, che indica invece una persona imperturbabile e che non si lascia coinvolgere dalle emozioni, provando un distacco da esse.
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