L’autolesionismo è un disturbo psicologico molto preoccupante, indice di una profonda sofferenza emotiva. Sembra che stia aumentando tra i giovani: ecco le sue cause e come uscirne.
Farsi del male fisicamente per sfogare il dolore emotivo. Questo è l’autolesionismo, disturbo sempre più diffuso, in particolare tra i giovani, spia di un profondo malessere psicologico.
Secondo i dati, a livello italiano circa il 17% degli adolescenti si infliggerebbe tagli su braccia e gambe nonché si ustionerebbe piccole parti del corpo. Negli adulti la percentuale è più bassa aggirandosi intorno al 13%, dato comunque allarmante. Inoltre a seguito della pandemia si è registrato un +10% in merito ai ragazzini che soffrono di questa criticità.
Una problematica molto grave che, per fortuna, non è accompagnata dal desiderio di togliersi la vita: si ci fa male per sfogare il dolore emotivo nonché gestire il disagio interiore. Le ragioni che portano a questa criticità sono un forte vuoto interiore dettato da stati emotivi di disagio insorti per fattori ambientali e interiori. Collocato tra i disturbi della personalità, è oggetto di molti studi per approfondirlo maggiormente.
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Tagliarsi, bruciarsi, sbattere la testa, sfregarsi la pelle. Questi sono solo alcuni dei comportamenti disfunzionali messi in atto durante un episodio di autolesionismo. Nel farsi male si sente sollievo a livello interiore vedendo ridurre la pressione dettata da ansia, disagi interiori, depressione e senso di inadeguatezza. Si trasla così il disagio interiore a livello del corpo e lo si fa con consapevolezza.
Il grande problema sta nel fatto che non si tratta di fenomeni sporadici: sentendo sollievo da questi gesti si tende a ripeterli, finendo in un loop di dipendenza. Segnali spia di come una persona ne soffra sono il fatto che copre costantemente braccia e gambe, in ogni situazione anche quando fa molto caldo, nonché riporti sul corpo lividi, bruciature e segni.
Per guarire da questo disturbo è davvero importante rivolgersi a un professionista: uno psicologo potrà valutare come procedere se solo con la terapia della parola, oppure con tecniche ad hoc – come l’Emdr per riscrivere i traumi vissuti che hanno portato a questa situazione – o ancora con il supporto di una terapia farmacologica.
Se si ci trova in una condizione simile o si ha un affetto che ha questo disturbo è importante affrontare la cosa, senza nasconderla: da sola questa criticità non passa ed è la spia di quanto sia importante prendersi cura della salute mentale con un percorso terapeutico per guarire e arginare la sofferenza emotiva.