Sembra incredibile, ma alcuni studi recenti hanno trovato una correlazione tra tumore alla pelle e l’uso del gel per unghie, quello usato nella ricostruzione.
Oggi la ricostruzione unghie in gel è una delle più richieste, grazie alla grande varietà di forme da poter provare, oltre che dalla sua durata, visto che può resistere addirittura per quasi due mesi. Il costo non è alla portata proprio di tutti, poichè va dai 65 agli 85 Euro, ma il risultato finale spinge molte donne ad affrontarne comunque la spesa.
Inventata negli anni 50 da un dentista, che decise per primo di utilizzare un gel in grado di solidificarsi per ricostruire le unghie, ha trovato il suo boom a partire dagli anni Novanta, soprattutto con la french manicure, tanto in voga proprio a partire da quel decennio.
Tuttavia, di recente, alcuni studi hanno portato alla luce un aspetto molto inquietante di questa nail art, in quanto hanno trovato una correlazione tra l’uso del gel e l’insorgere del tumore alla pelle.
A effettuare uno degli studi è stata l’Università di San Diego in California che ha sottolineato quanto porterebbe a “mutazioni al DNA e disfunzione mitocondriale, con effetti devastanti”. A poter dare maggiori danni è proprio la ricostruzione in gel, quella che permette di avere forma e lunghezza desiderata.
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Il rischio di tumore alla pelle sarebbe molto alto a causa delle lampade UV utilizzate per fissare il gel sulle unghie e renderlo duro. “Nei famosi lettini abbronzanti lo spettro di luce utilizzato è di 280/400 nm, mentre negli asciugatori per unghie di 340/395 nm” ha spiegato il professor William A. Haseltine, titolare di una cattedra ad Harvard.
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A preoccupare gli studiosi, le mutazioni cellulari uguali a quelle che avvengono con un melanoma: gli scienziati le hanno ricreate con sessioni da 20 minuti su ciascuna linea di diversi mammiferi. Una brutta e preoccupante notizia, per chi ama la nail art.
