Pare incredibile, ma il duca di Sussex, Harry, è stato attaccato nel luogo che sarebbe dovuto essere più sicuro per lui: Buckingham Palace.
Non è un periodo facile, questo, per il duca di Sussex, che oltre a doversela vedere con il malumore dei sudditi inglesi, a causa delle rivelazioni spifferate in Spare, la sua autobiografia autorizzata, deve anche subire il calo vertiginoso di popolarità in Uk e Usa suo e della moglie Meghan.
Una bella batosta, per Harry, che di sicuro non si aspettava che il documentario e il libro avrebbero dato tale risultato. E non è certo finita qui, poiché anche i creatori di South Park, cartone animato per adulti seguitissimo in tutto il mondo, hanno deciso di dedicare alla coppia una puntata, facendoli praticamente a pezzi.
Inoltre, c’è ancora l’incognita sulla presenza dei duchi all’incoronazione di papà Re Carlo III il prossimo 6 maggio: a Corte ci sarebbe molta indecisione in merito, proprio a causa di quanto dichiarato dai due, e lo staff reale non vorrebbe correre rischi sia per la buona riuscita della cerimonia, che per eventuali “fughe di notizie“.
Ma a quanto pare, forse Buckingham Palace non è il posto più sicuro per Harry, che già in passato è stato addirittura “attaccato” mentre si trovava nelle sue stanze! E a mettergli le mani addosso è stato proprio una delle persone che meno ci saremmo aspettati. Di chi si tratta?
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Qualche anno fa, prima dell’avvento del “ciclone Meghan”, Harry aveva un ottimo rapporto con la cugina Zara Phillips e il marito Mike Tindall, ex giocatore di rugby. E proprio mentre si trovavano in una delle stanze del Palazzo, il campione decise di mettere alla prova le guardie del corpo del reale, attaccandolo.
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Si è trattato, in quel caso, di uno scherzo, naturalmente, tra i due, ma che mise in allarme gli uomini della scorta di Harry, che non ci pensarono due volte a intervenire! Oggi, il Sussex non ha più diritto alle guardie del corpo, in quanto non più working royal per sua stessa scelta, e qualora decidesse di partecipare all’incoronazione, non ci sarà nessuno a difenderlo.