Il senso del dovere è una qualità pregevole e stimabile ma quando troppo spiccato potrebbe trasformarsi in un serio limite per la serenità: cosa si nasconde davvero in questa tendenza
Risalente al periodo dell’infanzia, l’origine del senso del dovere fonda le radici nei primissimi insegnamenti impartiti dalle figure di riferimento. Parte fondamentale dell’educazione, gli strumenti per porre le basi alla comprensione della responsabilità servono per distinguere le azioni giuste da quelle sbagliate o introdurre dei limiti.
Un famoso proverbio, tramandato dalle nonne e ascoltato da numerosi bambini prima di svolgere i compiti scolastici, riassume a pieno l’idea: “Prima il dovere e poi il piacere“. In tale innocente “detto” si nasconde in realtà l’esasperazione del concetto stesso, piuttosto diffusa in età adulta, che conduce a considerare superfluo ogni elemento separato dalla sfera degli “obblighi”.
Lavoro, doveri familiari e alte incombenze occupano il primo posto nella lista delle responsabilità quotidiane, spesso così piena da non contemplare altre voci, finendo per trasformare le giornate in maratone performative. Per quanto importante e pregevole, la qualità del senso del dovere rischia di trasformarsi in un limite alla serenità quando troppo spiccato: cosa nasconde in realtà questa tendenza.
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Lodevole e apprezzabile in ogni contesto, dal lavoro alla sfera familiare, il senso del dovere è una qualità non così comune che porta il soggetto predisposto a percepire un forte senso di responsabilità.
Si tratta di persone che si prodigano in favore degli “obblighi”, nel svolgere progetti, prendersi cura di persone care o caricarsi di un’elevata mole di impegni, mettendo tutto ciò al primo posto nella propria scala di valori.
Questa preziosa qualità, quando esasperata, può tuttavia trasformarsi in un grande limite alla serenità individuale, in quanto messa in secondo piano rispetto a quelli che vengono considerati appunto come “doveri”.
Questa tendenza porta ad ignorare i propri desideri in favore delle incombenze, che finiscono per essere soffocanti rispetto alla felicità individuale, in questi casi repressa in divieti e obblighi.
Se da una parte la totale assenza del senso del dovere conduce a sperimentare sentimenti di insoddisfazione e mancanza di motivazione, dall’altra presentare un eccesso di responsabilità porta a infelicità e frustrazione.
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L’obiettivo è trovare un equilibrio tra il senso del dovere e la propria realizzazione, che oltre a rappresentare un’azione positiva per il benessere, comporta maggiore produttività.