La luce pulsata e il laser sono trattamenti sempre più diffusi con cui dire addio alle imperfezioni del viso. Ecco come funzionano e le loro differenze.
Incarnato di porcellana, uniforme e privo di macchie. Questo è un sogno comune per garantirsi un aspetto giovane e fresco, nonostante il passare del tempo. La cura della pelle è uno degli aspetti che sta più a cuore di ogni donna, intorno al quale gravida un’industria di grande portata. Se le creme possono essere molto efficaci, per ottenere risultati significativi esistono trattamenti ad hoc, sempre più in voga.
Nel settore dell’antiage, la luce pulsata e il laser sono tra gli strumenti più utilizzati, anche se non sono da confonde. Indolore entrambi, prevedono sedute costanti nel tempo, per ottenere risultati duraturi, soprattutto agli inizi.
Luce pulsata e laser: funzionamento e differenze
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Sia la luce pulsata, sia il laser permettono di realizzare un’epilazione definitiva grazie a l’energia luminosa, basandosi tuttavia su una luce diversa. Il primo trattamento è incentrato su lunghe d’onda differenti, mentre il secondo su una unica. Per questo è ideale per chi ha una pelle di color più scuro, non essendo influenzata dalla melatonina, mentre il laser per coloro che hanno un sottotono chiaro.
A differenza della luce pulsata, il laser lavora con un’intensità più bassa evitando di ridurre il rischio di bruciature. Nel caso della rimozione dei peli ha un’azione più selettiva, permettendo di fare molto lavoro in ogni seduta, ma va evitato durante i periodi estivi.
In particolare la luce pulsata è indicata per rimuovere peli, vasi sanguigni ridotti, rughe, vene varicose, acne rosacea, macchie senili, voglie e lentiggini. Il laser invece cicatrici, macchie cutanee, rughe, tatuaggi capillari e peli.
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In termini di macchie, la luce pulsata è maggiormente indicata in quanto permette di migliorare la pigmentazione dell’incarnato. In fatto di fotoringiovanimento, invece, il laser opera in modo più profondo: la sua azione ablativa lo rende ideale per coloro che desiderano un effetto omogeno, tenendo a mente che si tratta di un trattamento più invasivo e che richiede tempi di convalescenza maggiori.