Nella Giornata mondiale della Terra non manca uno sguardo alla moda. Settore sempre più insostenibile, tante le iniziative per sensibilizzare in merito a quanto sia necessario un cambio di rotta del fashion.
Che impatto hanno i vestiti sul pianeta? L’industria dell’abbigliamento è la seconda più inquinante a livello globale, responsabile dell’8% delle emissioni a effetto serra.
La moda sostenibile è nata proprio per mettere un freno agli effetti negativi di questo comparto e del dominante fast fashion: si tratta di un termine introdotto negli anni Ottanta per indicare la moda veloce offerta nelle catene a prezzi stracciati con collezioni settimanali, tanto che si stima una produzione di capi annuali pari a 100 mila tonnellate.
Nella Giornata mondiale della Terra, ogni anno in calendario il 22 aprile, non manca un focus sulla moda che guarda al benessere dell’ambiente e dei lavoratori.
Nata nel 1970, l’importante iniziativa vede l’adesione di 193 paesi: si tratta di un monito per fare il punto sull’inquinamento ambientale e sensibilizzare in merito all’importanza di rispettare il pianeta con scelte etiche e consapevoli.
La Earth Day 2022 cade nell’ambito della Fashion Revolution Week, la manifestazione più importante dedicata alla moda sostenibile. In questi giorni in tutto il mondo sono previste iniziative volte a sensibilizzare su quanto siano necessari acquisti consapevoli per ridurre l’impatto del comparto del fashion e di come anche un piccolo gesto possa fare la differenza.
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Se anche i brand del fast fashion hanno implementato negli anni iniziative di stampo sostenibile, spesso queste sfociano nel fenomeno del greenwashing, ovvero operazioni di marketing volte a usare la sostenibilità ai fini pubblicitari legati solo all’immagine del marchio.
Ma nel comparto moda non sono presenti solo casi negativi in questo senso, infatti anno dopo anno sono sempre più i progetti di stampo eco nati per rendere la moda più buona.
Dalla famosa stilista inglese Stella McCartney al Progetto Quid in Italia, la moda sostenibile ha conosciuto negli anni una forte espansione.
Inoltre si sono affermate realtà, tra piattaforme e blog, dedicate alla moda sostenibile nonché influencer specializzate negli acquisti consapevoli. Sempre più diffusi anche gli artigiani che propongono le loro creazioni fatte a mano tramite i social, rendendo la moda a km0 un vero e proprio trend. Altro filone del momento è il vintage grazie a cui dare una nuova vita ai capi, diminuendo così la mole dei rifiuti dell’abbigliamento.
Sono svariate le iniziative del comparto fashion in questa giornata dedicata alla terra. Tra queste la Maison Dior ha dato vita a un progetto in collaborazione con ONG Parley for the Oceans con cui ha lanciato una collezione uomo beachwear nel segno della sostenibilità.
Oséree, marchio di costumi, ha lanciato una collezione in nylon rigenerato ricorrendo a materiali di scarto e Themoirè ha lanciato una borsa realizzata con materiali cruelty free e fibre di bambù.
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Guardando a livello italiano il marchio marchigiano Tombolini, ha lanciato una giacca camicia uomo, totalmente biodegradabile. La piattaforma di vintage di lusso Lampoo ha dato vita invece a una green week a sostegno di Treedom, sito dedicato all’adozione di alberi: chi compra sul sito in questi giorni riceve in dono un albero.