Alzheimer, una ricerca svela uno dei primi sintomi per diagnosticare la demenza degenerativa. La scoperta rivoluzionaria: sono gli occhi a presentare i segni
Grave patologia che colpisce le cellule del cervello, il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa dall’irreversibile impatto. Il deterioramento delle funzioni cognitive è graduale e anticipato da alcuni dei più comuni sintomi associati alla sua comparsa. Disorientamento, nello spazio e nel tempo, confusione generalizzata, ma soprattutto perdita della memoria, sono alcuni dei segni che anticipano la diagnosi e il decorso della patologia.
La sua comparsa solitamente avviene in età presenile e il morbo di Alzheimer rappresenta più della metà delle diagnosi di demenza, con oltre un milione di pazienti in Italia. Alcuni studi recenti hanno svelato un innovativo metodo di diagnosi che coinvolge l’occhio per l’individuazione dei primi segni.
Alzheimer: i sintomi della patologia degenerativa
I malati di Alzheimer in Italia superano il numero di 1 milione, grave patologia che compromette in modo graduale e irreversibile le funzioni cognitive del soggetto. La sua diagnosi solitamente avviene con la comparsa dei sintomi che annunciano già il graduale evolversi della malattia, con i segni più noti e solitamente associati a questo tipo di demenza. Disorientamento nello spazio e nel tempo, confusione generalizzata, disturbo del linguaggio e difficoltà improvvisa a comunicare, ma soprattutto perdita della memoria, sono alcuni dei segni che si registrano all’inizio.
Una recente ricerca potrebbe tuttavia rivoluzionare la fase di diagnosi nei soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer, scoperta che potrebbe modificare il trattamento e persino la prevenzione rispetto alla patologia. Sono gli occhi, secondo l’importante studio, a rivelare i primi segni prima ancora della comparsa dei sintomi solitamente associati alla malattia.
Alzheimer: la nuova scoperta
Una recente scoperta ha evidenziato un nuovo metodo di indagine per la diagnosi anticipata del morbo di Alzheimer, patologia rivelata dagli occhi ancora prima che dalla comparsa dei sintomi. Lo studio ha confrontato il tessuto della retina in 86 pazienti con patologia diagnostica e lieve indebolimento cognitivo, con l’individuazione di una costante messa a confronto con individui sani.
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Si registra infatti un aumento della beta-amiloide e una diminuzione delle cellule microcigliali. La portata di questa scoperta potrebbe modificare il trattamento della patologia in fase precoce o addirittura agire sulla prevenzione con l’individuazione di alcuni fattori di rischio associati ai fattori registrati nella ricerca.