Primo robot mai esistito? La risposta ci riporta molto più lontano di quanto pensiamo, a quasi 2200 anni fa, nella Grecia antica di Atene. Un interessante oggetto risalente al III secolo.
Non dovremmo stupirci così tanto, ma continuiamo a rimanere colpiti da tutto questo. L’antichità nasconde dei tesori tecnologici e artistici che non hanno segnato la storia e arrivano a noi casualmente, quasi non volontariamente. Come gli orologi, i primi macchinari a vapore e così via discorrendo. Oggi è il turno del primo robot della storia. No, non siamo nel XXI secolo, ma nel III secolo a.c. Una storia affascinante che racchiude in sé uno spirito puramente umano: quello di riprodurre figure umanoidi che aiutino nell’operato dell’uomo.
Dal III secolo al XXI: ecco il primo robot
Un sentimento molto umano quello di riuscire a creare figure a propria immagine e somiglianza che svolgano attività molto simili e comuni nel quotidiano. Dai film alle vere ultime creazioni, abbiamo sempre visto l’immaginario tentare di ricreare figure umane, sia nei movimenti che nelle attività. Già nell’antichità qualcuno aveva sognato e pensato a qualcosa di simile. Così nasce l’Automate Therapaenis, la cameriera automatica, creata dal matematico, ingegnere ed inventore Erone di Alessandria.
Sì, una cameriera. Questo era il ruolo che svolgeva il robot. Un oggetto di grandissimo lusso che svolgeva il ruolo di cameriera nei più illustri banchetti delle famiglie più ricche dell’antica Grecia Ateniese. Era in grado di muoversi in autonomia, attraverso una serie di meccanismi meccanici ed idraulici, con un corpo e un volto di una persona umana.
III secolo a.c. nasce il primo robot: siamo in Grecia
Ma quale era la funzione del robot? Come abbiamo accennato, era una cameriera che svolgeva un ruolo molto specifico, quello di versare il vino. Il robot si aggirava per la stanza, muovendosi con una serie di meccanismi meccanici ed idraulici e dentro il petto aveva due ampolle, una di acqua e una di vino. Non appena veniva poggiato il bicchiere sulla mano sinistra, la mano destra, nella quale il robot teneva una brocca, versava prima vino e poi, in base al peso della mano sinistra, acqua, per diluirlo. Niente di anomalo, infatti in antichità il vino veniva sempre diluito.
Il meccanismo idraulico interno faceva si che non appena il peso della mano vuota riconosceva la presenza di una ciotola, azionava un meccanismo interno che permetteva la discesa prima del vino e poi dell’acqua, fermandosi solo nel momento in cui veniva tolto il bicchiere dalla mano del robot.