Anche se la carbonara è un piatto tipico della cucina romana, esiste anche la variante messinese, che non deluderà neanche i palati più sopraffini.
La carbonara è un piatto passionale. O la si ama, o la si odia. C’è chi identifica in essa la vera cucina romana, che proveniva dal mestiere del carbonaro, ovvero chi spalava e trasportava il carbone. Lavoro dalle mansioni pesanti e faticose, che richiedono senza dubbio parecchia energia. E la pasta con uova e maiale non può non essere calorica e rinforzante. Chi la odia invece dice che sia una stortura arrivata con gli anglosassoni. In effetti avrebbe senso, l’abbinamento tra pancetta e uova è tipico delle colazioni americane o inglesi. E dunque il tifo si sposta verso l’amatriciana. Anche essa oggetto di diatribe culinarie.
In ogni caso, ad oggi è identificata come un must della cucina romana. Ordinata molto dagli stranieri, ma anche dagli italiani. Ed è un piatto molto diffuso anche nella cucina casalinga, dato che apparentemente sembra semplice. Basta un uovo e del guanciale. Tuttavia l’equilibrio tra i sapori non è un dettaglio. L’uovo deve essere al giusto punto di cottura. Ed inoltre alcune persone applicano delle storture alla ricetta classica con la cipolla o altre spezie.
Mentre invece la carbonara classica romana non è composta da altro che da uova, guanciale – e non pancetta – pecorino romano. E nulla più. I tre ingredienti assemblati il meglio possibile. A Messina fanno una variante della carbonara romana in versione marittima, che potrebbe piacere anche di più. È la carbonara di acciughe, dove al posto del guanciale si usano le alici.
Si parte dagli ingredienti di base. Il tempo di preparazione è di soli cinque minuti, quello di cottura 15 minuti. Il formato di pasta scelto dipende dal gusto personale. Nel caso della pasta corta si consigliano i maccheroni, che assorbono meglio il condimento. Per prima cosa avviare la preparazione che impiega più tempo: la cottura dell’acqua. Mettere la pentola sul fuoco e poi iniziare a preoccuparsi del resto.
Le dosi per quattro persone richiedono circa 400 gr di pasta, 150 gr di acciughe dissalate, due uova medio grandi, quattro cucchiai di pecorino romano, una noce di burro, un po’ di prezzemolo ed olio evo, sale e pepe. Mentre l’acqua della pasta raggiunge il bollore, tagliare in pezzi grossolani le acciughe sfilettate.
In una padella far rosolare le acciughe con un po’ di olio evo, fino a che non inizieranno quasi a sciogliersi. A parte sbattere le uova e condirle con sale e pepe. Tritare il prezzemolo molto sottile. Quando la pasta sarà cotta, ripassare in padella con le alici, poi unire a fuoco spento anche uovo e pecorino, fino a che tutti i condimenti saranno assorbiti. Spolverare con il prezzemolo e mangiare calda.