Airbnb, la nuova frontiera del lavoro: nuove possibilità per tutti i dipendenti

Arriva una nuova frontiera del lavoro per tutti i dipendenti di Airbnb: la vita di migliaia di persone sparse in tutto il mondo potrebbe cambiare davvero 

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Pc (Instagram)

Siamo nel 2022 e il mondo del lavoro non è più lo stesso, sopratutto per quelli che fanno mestieri d’ufficio. Infatti, questo cambiamento, è stato lanciato proprio dal periodo del covid: quando tantissime persone, pur di continuare a lavorare, hanno dovuto cominciare a farlo da casa. Da allora, moltissimi lavoratori non hanno più smesso. Ci sono tanti aspetti negativi dello smart working, ma anche molti altri positivi.

Intanto il Ceo di Airbnb Brian Chesky a gennaio 2022 ha annunciato la sua scelta da nomade digitale: adesso, invece, ha annunciato quella di tutto il personale dell’azienda. “Flessibilità per sempre e personale libero di scegliere senza paletti: è il futuro del lavoro” recita così il comunicato. Oltre 6000 persone sparse in 27 città compongono il personale di Airbnb, e tutti questi dipendenti potranno scegliere se lavorare in ufficio nelle sedi ufficiali oppure prenotare la propria postazione. Oppure addirittura scegliere lo smart working per andare a vivere insieme.

Airbnb: la nuova frontiera del lavoro per i migliaia di dipendenti

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Airbnb lavora in un settore dove gli scambi interpersonali sono vitali“, ha scritto Chesky in una lunga lettera che ha deciso di scrivere proprio ai numerosi dipendenti. “L’ideale sarebbe riuscire a unire il meglio del digitale e della vita in presenza, l’efficienza della videoconferenza e le relazioni che si creano solo quando le persone siedono insieme. Abbiamo trovato una soluzione che crediamo offra il meglio di entrambi i mondi“.

Questa scelta porta con sé un cambiamento decisamente epocale, soprattutto per l’esempio di flessibilità. Con il programma Live and Work Anywhere il famoso portale dell’affitto breve lancia una joint venture per cooperare con le destinazioni che vogliono trasformarsi in mete proprio per lo smart working. Si tratta di un vero e proprio programma di collaborazione per gli enti locali, i territori e le aziende di promozione turistica per trasformare le destinazioni in hub per nomadi digitali. Sarà un modo per rivitalizzare le comunità locali anche al di fuori delle destinazioni turistiche tradizionali.

La flessibilità è diventata parte integrante della cultura di molte aziende, e pensiamo di poter fare da ponte fra queste e le destinazioni. Da una parte, abbiamo oltre il 90% degli annunci in piattaforma prenotabili a lungo termine” ha raccontato Giacomo Trovato, Country Manager di Arbnb Italia. Con queste informazioni, ha cercato di rendere un po’ più chiaro questo cambiamento. “Dall’altra, abbiamo maturato esperienza su cosa serve a chi lavora da remoto, soprattutto se si parla di permessi e questioni fiscali. Infine, abbiamo già all’attivo numerose collaborazioni con enti pubblici in tutto il mondo, e sono molti i luoghi che vorrebbero attrezzarsi per accogliere chi sceglie di lavorare da remoto“.

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Airbnb, in questo caso, si dimostra un vero e proprio esempio per tutte le altre aziende e i datori di lavoro. Non c’è cosa più bella di poter lavorare in libertà.
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