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An Anthology of Fashion: una mostra con un messaggio profondo

Scritto da
Noemi Aloisi

An Anthology of Fashion arriva al Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York.

Il museo ha ospitato tantissimi eventi del settore della moda con richiami fantastici e fiabeschi, dalle bellezze selvagge di Alexander McQueen, alle streghe di Rei Kawakubo, agli angeli di Manfred “Thierry” Mugler, ogni volta è stato uno spettacolo particolarmente suggestivo, la mostra di quest’anno An Anthology of Fashion, che sarà aperta al pubblico dal 7 maggio, è stata in realtà inaugurata ieri sera. Si tratta di una mostra ancorata alla realtà, a quella realtà che alcune tradizioni della moda americana hanno dimenticato.

An Anthology of Fashion mostra
(Instagram)

Il primo elemento con il quale si confronteranno i visitatori che andranno alla mostra saranno tre giacche di fabbricazione americana che si troveranno nella sezione del museo dedicato agli Stati Uniti una di queste è stata indossata da George Washington in occasione della cerimonia per il suo insediamento il 30 aprile del 178, inoltre ci sarà anche la giacca che indossava Abram Lincoln quando fu assassinato, alla quale mancano alcuni pezzi non per via dell’incidente ma perché alcuni fan le hanno tagliato delle parti da conservare come ricordo e quella di Brooks Brothers che faceva parte dell’uniforme di uno schiavo.

Arriva An Anthology of Fashion: ecco perché visitarla

La mostra si svolgerà in 13 sale e l’obiettivo che si propone di conseguire è di celebrare gli oscuri eroi ed eroine dello stile americano e quelle realtà tutt’altro che glamour le quali hanno costituito la colonna portante della storia americana, una celebrazione che non rende omaggio ad abiti iconici come ai jeans o alle sneaker s’ si propone piuttosto di trasmettere una parte più emotiva e trasmettendo le emozioni di chi ha plasmato l’etica e lo spirito che oggi si definisce stile americano.

Il primo capitolo della rassegna è stato inaugurato nel settembre del 2021 ed è tuttora aperto al pubblico al Met “In America”:Lexicon of Fashion infatti trasmette una visione più ampia che riguarda le caratteristiche della moda americana passata e contemporanea per quanto riguarda Anthology invece l’atmosfera e le sensazioni vengono trasmesse anche dal posto in cui è allestita la mostra in quanto le sale d’epoca garantiscono la possibilità di potersi focalizzare su piccole storie all’interno di un posto più intimo dedicate a periodi della moda che talvolta vengono trascurati dalla narrazione ufficiale ma che hanno avuto un impatto significativo sull’evoluzione della Fashion.

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Essendo una moda relativamente giovane quella americana esiste più facilmente si è messa a confronto con altre culture, sono diverse infatti le installazioni che la mettono a confronto con quella francese ad esempio. Sono molte anche le scene simpatiche che vengono proposte e questo che caratterizza anche la moda americana sono molti inoltre i registi coinvolti che si sono occupati di curare alcune sale con proposte originali e stravaganti, dai manichini con i volti dipinti nella stanza curata da Sofia Coppola, ai tavoli da gioco rovesciati e ubriaconi di qua e di là, nella sala curata da Autumn Wilde.

Chloe Zhao sceglie un richiamo alla moda degli anni 30 di Claire McCardell, presentando un elemento ultraterreno, la figura centrale rappresenta Mother Ann Lee, la fondatrice degli Shakers gli appartenenti a una setta religiosa nota come United society of Believers.

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E viene rappresentata dall’atto di levitare a vari centimetri dal pavimento Radha Blank invece nella room illumina un abito da sposa di Maria Hollander una delle prime stiliste americane che si è occupata di giustizia sociale e dell’abolizione della schiavitù viene così rappresentata, con un’unica luce proiettata sull’acconciatura voluminosa caratterizzata da trecce e perline, rivisitando così la narrazione ufficiale collocando al suo centro le donne afroamericane spesso dimenticate.

Questi sono solo alcuni esempi che ci fanno capire quanto questa mostra rappresenti i valori del popolo americano a 360° il sogno americano non consiste solo nel volercela fare ma anche nel rendere il successo duraturo nel tempo questa mostra si pone l’obiettivo di conoscere le storie meno note e più emozionanti e inquietanti della moda americana incoraggiando ognuno a trovare il proprio percorso e a seguirlo fino in fondo senza tirarsi. indietro.

Scritto da
Noemi Aloisi