Una grave allerta alimentare è in atto, riguarda diversi marchi di gelati risultati contaminati: ecco quelli che sono stati ritirati
Con la primavera, il cui clima sembra sempre più avvicinarsi al tipico estivo, la voglia di cibi freschi cresce naturalmente a dismisura. Frutta di stagione, yogurt e formaggi iniziano a proliferare nelle nostre scelte nutrizionali. Ma l’alimento che per eccellenza cominciamo a consumare è il gelato: biscotto, stecco o cono, non riusciamo proprio a rinunciarvi.
Ed è proprio in questo contesto che si apprende dell’allerta alimentare che in questo momento colpisce proprio questo settore, coinvolgendo alcuni dei più famosi marchi. In alcuni prodotti sono state rilevate sostante oltre i limiti consentiti dalle normative, rendendone impossibile il consumo. Sono stati ritirati interi lotti di gelati contaminati, in quanto troppo compromessi permetterne il commercio. Scopriamo quali sono quelli più colpiti e di quale contaminazione si tratta.
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Il caso dell’allerta alimentare sui gelati è scoppiato in Francia, ed è lo stesso produttore di gelati ad aver effettuato il richiamo sui lotti coinvolti nella contaminazione. La sostanza ritrovata oltre i limiti consentiti è l’ossido di etilene, presente nella farina di semi di carrube, un ingrediente utilizzato non solo per la produzione di gelati, ma per numerosi altri prodotti. Questa sostanza è un gas dalle capacità disinfettanti utilizzato per la conservazione degli alimenti. Se un tempo veniva diffusamente utilizzato, ora la normativa europea ne regola l’uso e il quantitativo.
L’avviso, in questo caso, è stato posto da una società francese che opera per Mars Italia, per gelati prodotti da Mars Wringley Confectionery France. Coinvolti alcuni di quelli più amati della catena, come Bounty Ice Bar, Twix Ice Bar, M&M’s Choco Ice Bar. Nonostante i livelli di ossido di etilene secondo l’azienda non siano gravemente dannoso per la salute, è bene effettuare un controllo se ci si ritrova in possesso dei prodotti sopracitati.
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Il marchio Mars specifica che la contaminazione riguarda lotti di produzione 2020/2021, enunciando anche il codice EAN per ognuno di quelli colpiti, in modo tale da rendere possibile l’individuazione di un coinvolgimento da parte dei consumatori.
