Un nuovo studio giapponese fa emergere nuovi rischi legati all’ictus, sarebbero correlati all’orario della cena.
L’ictus è causato da un’improvvisa chiusura di un vaso celebrale e dal successivo danno alle cellule cerebrali causato dalla mancanza di ossigeno e dalla compressione dell‘emorragia celebrale, la sua comparsa è appunto improvvisa e solitamente senza dolore, solo in alcuni casi, si può verificare del mal di testa, i sintomi tipici sono caratterizzati da stanchezza, formicolii e mancanza di sensibilità a un determinato arto, potrebbe esserci anche difficoltà a parlare e a vedere.
Questi sintomi potrebbero apparire per alcuni minuti per poi scomparire, possono rappresentare dei campanelli d’allarme, infatti quel tipo sintomi solitamente sono degli attacchi ischemici transitori che potrebbero anticipare il verificarsi dell’ictus stesso. La rottura di determinati vasi celebrali, può essere causata anche da emboli che partono da un arteriosclerosi del collo, delle cuore o di piccoli vasi cerebrali.
Oggi come oggi l’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le malattie oncologiche, è la prima causa assoluta di disabilità, l’incidenza di questo disturbo principalmente va dai 40-45 anni, per poi aumentare gradualmente dopo i settant’anni, il 75% dei casi che si sono verificati hanno colpito persone che avevano un’età superiore a 65 anni. Il 15% delle persone colpite da ictus per la prima volta muore entro un mese, un altro 10% entro il primo anno, ci sono poi persone che sopravvivono ma con un’elevata disabilità che non gli permette più di essere autonomi, solitamente sono paralizzati o incoscienti.
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Cause frequenti:
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Lo studio Giapponese:
Recentemente è stato pubblicato uno studio giapponese sulla rivista scientifica nutriente’s dalla quale è emerso che il rischio di ictus potrebbe aumentare se non si cena all’ora giusta, la ricerca ha evidenziato la correlazione che c’è tra l’orario dei pasti e il rischio di mortalità per ictus e patologie cardiovascolari. Lo studio è stato svolto coinvolgendo circa 28.000 uomini e 43.000 donne tra i 40 e 79 anni, suddivisi in tre gruppi, di cui, chi mangiava prima delle 20, chi mangiava a orari incostanti, e chi mangiava dopo le 20, dai risultati è stato scoperto che il gruppo che cenava a orari irregolari presentava un rischio di mortalità maggiore per ictus emorragico, tuttavia lo studio è abbastanza riduttivo perché non prende in considerazione altri fattori, come lo stile di vita dei partecipanti e altri fattori rilevanti.